L'ANCE (Associazione Nazionale dei Costruttori) fornisce i dati sui siti potenzialmente inquinati, pari a 6.027 in Italia, e sulle bonifiche effettuate, mostrando quanto poche siano rispetto al necessario. Ad esempio in Veneto sono stati bonificati solo 55 siti, in Friuli Venezia Giulia 94, nel Lazio i siti bonificati sono 18 su 71 inquinati, in Sardegna 5 su 171, in Basilicata 3 su 316 e in Sicilia nessun sito bonificato sul totale delle 347 aree inquinate.
Sull’intero territorio nazionale ci sono in media 2 siti inquinati per Comune e gli abitanti interessati sono oltre 9.000.000.
L’Ance ha, inoltre, illustrato la situazione in Lombardia: una recente ricerca dell’Università Bocconi per EXPO 2015 ha stimato in circa 404.000 mq le aree dismesse a Milano, interessate da possibili trasformazioni, e 495.000 mq nella provincia. Se ci si sposta a Monza Brianza sono 255.000 i mq dismessi e utilizzabili e addirittura 809.000 mq nella provincia di Pavia.
Tra gli ostacoli vengono evidenziati i costi, tra il 2001 e il 2012 l’impegno finanziario pubblico è stato di 1,9 miliardi di euro e quello privato di 1,7, e le procedure complesse.
“Occorrerebbe una bonifica (delle procedure)!” afferma l’Ance. “Nei soli Siti di Interesse Nazionale (SIN) tra 1998 ed il 2013 si sono tenute, con tutti i relativi costi, ben 1507 conferenze dei servizi per un totale di 22880 documenti! Come parlare di tutela dell’ambiente vista solo la carta, le fotocopie, gli inchiostri, le trasferte ecc.!”.
“Le attuali procedure contenute nel Codice dell’Ambiente si sono rivelate in questi 8 anni incapaci di attivare una vera politica di bonifica e recupero di suolo. Diventa quindi fondamentale: predisporre un quadro delle regole chiaro e stabile nel tempo, assicurare il raccordo tra la normativa prettamente ambientale e quella urbanistica e delineare un processo decisionale organico e coordinato” ha detto il presidente Ance Paolo Buzzetti.
