1 PERCHE' dotarsi di un modello organizzativo?

Il Decreto Legislativo 231/2001, e le sue successive modifiche, hanno ribaltato un principio ormai consolidato per le responsabilità penali delle società: oggi la società – in assenza di un Modello di Organizzazione, gestione e controllo – può essere esposta a pesanti conseguenze per i reati commessi al suo interno (si pensi che le sanzioni pecuniarie possono arrivare sino ad Euro 1.549.000).

Vi sono, inoltre, altre forme di SANZIONI tra le quali: l’INTERDIZIONE dall’esercizio dell’attività; l’ESCLUSIONE da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l’eventuale revoca di quelli già concessi; il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione; la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito.

L’adozione di un modello organizzativo Impedisce (o riduce) – quando efficacemente predisposto ed attuato – l'applicazione sia di sanzioni pecuniarie sia interdittive a carico dell'impresa.

La corretta gestione della compliance aziendale è diventato un fattore imprescindibile soprattutto per le aziende che operano nei mercati internazionali, nei quali l’affidabilità e la correttezza costituiscono requisiti fondamentali ed ulteriori rispetto alle tradizionali economicità e competitività.

 

 2–      COS’È il modello organizzativo 231?

Il modello organizzativo è il sistema che l’impresa definisce ed adotta per assicurare comportamenti responsabili e rispettosi delle norme attinenti alla responsabilità dell’impresa. Il modello ha una funzione preventiva e di indirizzo dell’azienda.

 

3–      COM’È fatto un modello 231?

Il modello organizzativo di gestione e controllo consiste in un insieme di elementi che vanno a costituire un sistema di gestione preventiva del rischio. In pratica si tratta di disposizioni organizzative, modulistica, procedure, codici di comportamento, concepiti in maniera tale da rendere molto bassa la probabilità di commissione di determinati reati (tra i quali quelli legati alla sicurezza sul luogo di lavoro ed all’ambiente).

Il modello organizzativo dipende dalle caratteristiche della società, dalle attività che la stessa svolge, dai suoi processi produttivi, dai contesti in cui opera e dagli interlocutori con cui interagisce. Gli elementi essenziali sono: l’individuazione delle aree di rischio, i principi e le procedure di controllo, l’adozione di un documento che disciplini i comportamenti (adozione di un codice etico), l’istituzione di un organismo di vigilanza e l’adozione di un sistema disciplinare.

Il modello deve essere attuato, ossia scrupolosamente osservato nell’attività quotidiana e soggetto alla verifica continua da parte dell’Organismo di Vigilanza.

Va ricordato che il modello organizzativo disciplinato dal D. Lgs. 231/01 è applicabile a qualsiasi realtà aziendale, a prescindere dalle dimensioni, attività, tipologia di mercato e struttura aziendale.

 

 4–      E' obbligatorio il modello organizzativo?

No, il d.lgs. 231/2001 non ha introdotto un obbligo per le imprese.

Tuttavia, "legittimamente i soci potrebbero esperire azione di responsabilità nei confronti degli amministratori inerti che, non avendo adottato il modello, abbiano impedito all'ente di fruire del meccanismo di esonero dalla responsabilità" (CONFINDUSTRIA, Linee Guida per la costruzione dei modello di organizzazione, gestione e controllo ex d.lgs. n. 231/2001, aggiornate il 31 marzo 2008 e recente revisione nel marzo 2014).

Circolare n. 26/2011 dell'Istituto di ricerca dei dottori commercialisti e degli esperti contabili: "Il progressivo ampliamento del novero dei reati presupposto, l'accresciuta sensibilità alla tematica e un chiaro indirizzo giurisprudenziale inducono a ritenere che, ancorché non viga un vero e proprio obbligo normativo rispetto all'adozione del modello, la sua elaborazione e adeguata implementazione possono costituire in molti casi un dovere proprio degli amministratori in ragione della carica assunta".

Inoltre, il rapido e continuo aumento dei reati contemplati dal D.lgs. 231/01 ha reso molto elevato il rischio per molte aziende che prima si ritenevano poco esposte al problema.

 

5–   Qual è la sua utilità per le imprese?

Prevenzione dei reati;

Esclusione della responsabilità amministrativa dell'ente;

Solidità dell'organizzazione aziendale;

Immagine (Brand) dell'ente.

 

 6–   Come ci si può difendere dalla commissione dei reati?

In pratica la società, o l’ente, dovranno predisporre un’organizzazione che prevenga i reati a meno che non vi sia una sua elusione fraudolenta. Dovrà, inoltre, vigilare mediante un organismo di Vigilanza, autonomo ed indipendente, sull’applicazione di tale modello e sulla sua adeguatezza.

Viger Srl è in grado di seguirvi su ogni aspetto di realizzazione ed implementazione del modello 231, dall’attività di analisi delle aree di rischio, alla sua redazione, alla sua gestione operativa, in collaborazione con la società Metha Srl, sino alla fase di suo monitoraggio attraverso il coordinamento nella costituzione dell’organismo di vigilanza (ODV) anche accettando l’incarico di componente dell’ODV.

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